La soia è uno di quei legumi che si prestano a innumerevoli usi, e il giorno in cui riuscirò a coltivarla e a farne latte o altri prodotti potrò ritenermi davvero una persona soddisfatta. :-)
L’etimologia della parola ha le sue basi nel francese ragoût, sostantivo derivato da ragoûter, cioè “risvegliare l’appetito”, e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che poi fu usato per accompagnare altre pietanze: in Italia, principalmente la pasta.
Durante il periodo fascista, il regime tentò di italianizzare il termine, visto come non puramente italiano e quindi non consono al vocabolario fascista, trasformandolo in RAGUTTO.
Fonte: Wikipedia
Oggi modernizziamo il ragutto modificandone l’ingrediente principale.
Ecco una ricetta interessante che comprende il granulare di soia (farina di soia estrusa), utilizzato in molti piatti per dare quella consistenza di cui alcuni vegani a volte sentono la mancanza. E che in effetti è una variante interessante.
Ingredienti:
6 cucchiai d’olio EVO
cipolla dorata, carota, sedano
1 bicc. di vino bianco
2 bicc. di passata di pomodoro
1 bicc. d’acqua
6 foglie d’alloro
8 chiodi di garofano,
1 cucc.no di noce moscata
1 pizzico di cannella
3 foglie di basilico
100g di soia granulare
In un tegame scaldate l’olio e soffriggete a fuoco moderato cipolla, carota e sedano tritati fini.
Sfumate con il vino. Unite la passata, l’acqua e le spezie. Quando il sugo comincia a sobbollire unite il granulare di soia. Regolate di sale e, se necessario, di zucchero. Lasciate sobbollire mezz’ora fino alla densità desiderata. Si conserva in frigorifero per un paio di giorni o si può surgelare.
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