Il mondo sta cambiando, e le previsioni non sono affatto buone. Negli ultimi cent’anni l’inquinamento, la tossicità delle grosse industrie e lo spreco di risorse hanno portato il nostro pianeta sulla breve via dell’inospitalità.
Gli oceani sono acidi, i ghiacciai si sciolgono, la concentrazione di CO2 nell’aria è sempre più alta. Per non parlare delle isole di rifiuti galleggianti, delle discariche a cielo aperto, degli allevamenti intensivi e dell’inquinamento prodotto dal singolo con detersivi, benzina, scelte di vita impattanti.
No, la Terra non è più quella che conoscevamo quando vi siamo “approdati”. Lo sostiene anche Bill McKibben in Terraa: “questo pianeta che non è più lo stesso e va rinominato”.
Non potremo mai tornare indietro, quindi: anche se oggi interrompessimo qualunque emissione, le alterazioni chimiche che abbiamo causato nel terreno, nelle acque e nell’atmosfera sarebbero tali da non potersi ripristinare nell’equilibrio originario.
Neanche in 1000 anni.
Perciò dobbiamo prima di tutto accettare l’idea che da ora, di fronte a questi potenti cambiamenti climatici, nuovi comportamenti devono essere adottati per preservare quel poco che ci è rimasto.
Camminare in punta di piedi, praticamente.
La mostra 2050 – Il pianeta ha bisogno di te, allestita alla Rotonda della Besana di Milano, vuole trasmettere a grandi e piccini un messaggio piuttosto chiaro: siate consapevoli delle vostre azioni.
Un villaggio del futuro dove nulla è sprecato, i materiali innovativi sfruttano il riciclo e il riuso, le tecniche agricole permettono la distribuzione di acqua e cibo a tutto il pianeta, tecnologia e natura convivono.
Mi ha colpito il bellissimo guardaroba di abiti riciclati, riusati e upcyclati (se mi passate il termine): reindossare abiti vecchi e riportati alla vita, ritrovare il gusto per il vintage, dà nuovo e rinnovato valore anche all’abbigliamento.
Nei numerosi incontri organizzati per adulti e ragazzi, le discussioni toccano e approfondiscono tutti gli ambiti dell’abitare, muoversi, divertirsi, mangiare.
Uno degli ultimi incontri in programma, a cui parteciperò sicuramente, è la conferenza del 20 gennaio tenuta da Stefano Caserini e Gianluca Ruggieri sulla gravità dei cambiamenti climatici, che si sposa con la mia lettura recente di TerraA. Spero di trovare ulteriori risposte alle mie domande.